MUSEO DELLA PESCA DEL LAGO TRASIMENO | | ||||
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| La pesca dei porti o "pesca-nave” Pesca costiera destinata alla cattura della "Lasca" (Rutilus rubidio Bp. var. trasimenicus) La complessa operazione della pesca-nave aveva inizio ogni anno a partire dal mese di dicembre, dopo che il proprietario aveva dichiarato che il suo "porto” (appezzamento d’acque costiere) era "pescante”, cioè predisposto per l’inizio della battuta di pesca. Fin dal mese di luglio iniziavano le operazioni necessarie a rinnovare il fondale dei "porti” con rami e frascume. Al momento d’iniziare la battuta di pesca, l’Amministrazione del lago metteva a disposizione del concessionario del porto i "barcone” (barche di grandi dimensioni), l’armamentario necessario e la "rèd da nave” (rete di canapa lunga 100 metri e alta 10 metri) esigendo però in cambio la metà del pescato. A questa pesca partecipavano 6-8 uomini (navari) guidati da un capo navaro. La prima operazione consisteva nel disporre la grande rete intorno al porto richiudendolo in una sorta di grande gabbia. La parte superiore della rete veniva appesa alle antenne in modo tale che rimanesse di un metro fuori dall’acqua. La parte inferiore invece veniva spinta con un apposito attrezzo sotto la melma. Due barche entravano all’interno del porto e iniziava la vera e propria "battuta di pesca”: i navare iniziavano a sollevare le fascine e a depositarle all’interno dei barcone facendo allo stesso tempo strepito e frastuono. Le lasche spaventate fuggivano in tutte le direzioni e incappavano, senza via di scampo, nella grande rete perimetrale. Questo sistema di pesca fu abolito nel 1917. | |||||