MUSEO DELLA PESCA
DEL LAGO TRASIMENO


Sale Espositive






Museo della pesca - Seconda Sala

Museo della pesca - Seconda Sala
Museo della pesca - Seconda Sala






SECONDA SALA

Attraverso la fondamentale cesura storica della Cristianizzazione, si accede alla Sala "mezzogiorno”.
Il colore di questa sezione è il verde.
Qui vengono descritte le grandi tecniche collettive di cattura fondamentali del Medioevo e dell’Età Moderna.
È questo il periodo di massimo splendore per l’attività peschereccia al Trasimeno, dove il pesce veniva commercializzato nella città di Perugia.

LE TECNICHE DI PESCA:

La pesca dei tori
Museo della pesca - La pesca dei toriLa prima documentazione di questa tecnica tipicamente medievale risale al 1074. Rimase in uso fino al 1602 quando si verificò la più grande e memorabile piena del Trasimeno.
Il Trasimeno era grande serbatoio alimentare e fonte di ricchezza per le casse comunali di Perugia: la pesca diventò una grande attività collettiva. La lotta per la sopravvivenza era giornaliera e la necessità aguzzava veramente l’ingegno.
La tecnica dei "tori” sfruttava la tendenza del pesce a cercare riparo e tepore nell’inverno all’interno di accumuli vegetali. Veniva convogliato in grandi mucchi di fascine di quercia, detti appunto "tori” o "tuori”, in particolare tinche, anguille e lucci. Questi tori venivano sommersi durante l’estate e poi pescati d’inverno colmi di pesce, utilizzando enormi reti di canapa.

La pesca con le "arelle”
Museo della pesca - La pesca delle arelleFu una tecnica studiata anticamente per catturare l’anguilla e la sua pratica rimase fino agli anni ’70. Per la costruzione delle "arelle” si usavano i materiali che il lago stesso offriva, come la canna (Phragmites australis) e la striancia palustre (Typha latifoglia L.). La palizzata aveva un’altezza variabile da 2 a 2,5 metri e si estendeva dalla riva per centinaia di metri verso il largo, creando un percorso obbligato per il pesce. Ogni 7 o 8 metri l’incannicciata era interrotta dall’inserimento di un "bicchierino", formato da una stuoia confitta a semicerchio nel fondo del lago, dove l’anguilla finiva irrimediabilmente. Questa pesca si svolgeva nelle notti da settembre a dicembre e da febbraio ad aprile.

continua

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