G. Riganelli, Il castello di Zocco: una proprietà della famiglia Pompilj, in Vittoria Aganoor e Guido Pompilj. Un romantico e tragico amore di primo Novecento sul Lago Trasimeno, a cura di M. Squadroni, Perugia 2010, pp. 85-92. |
Zocco
Quasi a lambire le acque del lago, le rovine di questo castello costituiscono un elemento di notevole fascino per coloro che si trovano a passare per queste zone. Nonostante la presenza di un magnate perugino che si intitolava da questo nucleo abitato nella seconda metà del secolo XIII, Broncio da Zocco, la sua mancata menzione nei repertori relativi agli insediamenti del contado di Perugia in quel periodo ne fa una comunità di piccole dimensioni che non aveva ancora raggiunto una propria autonomia. Questo è avvalorato anche dalla presenza dell’insediamento di Tisciano, oggi scomparso, che nel 1282 funge da punto di riferimento per la zona. Nel corso della prima metà del secolo XIV, questo nucleo abitato dovette svilupparsi al punto da assorbire Tisciano e porsi quale insediamento cardine per l’area compresa tra San Feliciano e Monte del Lago. Dotato di mura di cinta all’inizio del secolo XV, nel 1456 sembra vi si rifugiarono diversi perugini per sfuggire alla peste scoppiata in città. Già sul finire del secolo XVIII il castello era in gran parte diruto. Nel 1410 vi si censirono 127 abitanti e, probabilmente, era la pesca l’attività principale di costoro, anche se non doveva mancare chi coltivava le fertili terre della piccola area pianeggiante che circonda il poggio su cui si erge il castrum. Nel secolo XIV è attestata la chiesa di S. Pietro, poi rimasta all’esterno della cinta muraria, che sul finire del medioevo divenne parrocchiale. La parrocchia rimase in vita fino al 1821, quando fu smembrata con una parte della stessa accorpata a quella di S. Feliciano e l’altra a quella di Monte del Lago. Dell’edificio religioso oggi non rimangono più tracce. Accanto alla chiesa di S. Pietro ve ne era una ubicata all’interno del castello dedicata a S. Maria poi detta di S. Macario. Per quanto concerne l’origine del vocabolo, credo sia da ricondurre al processo di disboscamento dell’area, con il termine ad indicare il luogo dove vi erano ceppi o tronchi tagliati forse di notevoli dimensioni. |
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