LOCALITÀ

 

A. Grohmann, Città e territorio tra medioevo ed età moderna (Perugia, secc. XIII-XVI), II, Perugia 1981; S. Pieri, Toponomastica della Toscana Meridionale (Valli del Fiora, dell’Ombrone, della Cecina e fiumi minori) e dell’Arcipelago Toscano, a cura di G. Garosi, Siena 1969; S. Pieri, Toponomastica della Valle dell’Arno, Ristampa dell’edizione di Roma 1919, Sala Bolognese 1983; G. Riganelli, Religione e strutture religiose in area magionese dall’antichità ai primi secoli dell’età moderna, in Magione: venti secoli di storia, cultura, ritratti e spiritualità, Magione 2001, pp. 1-177.

Rancio

Ubicato sulla sommità di un colle che si trova lungo la via di crinale che da Perugia giungeva fino a Cortona, a circa un chilometro dal vocabolo «Monte del Bersaglio» in direzione nord, il nucleo abitato di Rance, era probabilmente dotato di una qualche struttura difensiva fin dalla tarda antichità o all’inizio dell’età di mezzo. Sta di fatto che in epoca bizantina dovette contribuire in maniera determinante alla difesa della pianura ad oriente dello stesso e soprattutto della riva nord-orientale del Trasimeno. All’indomani della sconfitta dei Longobardi ad opera dei Franchi, l’insediamento continuò a costituire un importante punto di riferimento per questa parte del territorio perugino. Le rudimentali difese di cui era dotato nell’alto medioevo dovettero ben presto risultare di scarsa utilità e, a quanto sembra, il nucleo abitato ne appare sprovvisto all’atto della sua comparsa nelle fonti documentarie del secolo XI e dell’inizio del successivo. A metà del secolo XII, tuttavia, questo luogo tornò ad essere indicato come castello, a testimonianza del suo essere dotato di elementi difensivi. Nel corso del Duecento Rancio perse più o meno velocemente la propria importanza e, nel 1282, vi si censirono 6 fuochi nel mese di dicembre, dopo che nel giugno ne erano stati censiti 5, per una popolazione ipotetica che si aggirava sui 30 abitanti. Nel secolo XIV l’insediamento perse la propria autonomia e non compare più tra quelli censiti nel territorio perugino. Tracce dello stesso si hanno ancora oggi nella casa colonica che si trova a poca distanza dalla sommità del colle su cui doveva trovarsi il nucleo fortificato; sulla parete settentrionale di essa, infatti, vi è un’apertura, ora tamponata, dotata di un arco a sesto acuto.

Per quanto concerne l’origine del nome occorre sottolineare come nella forma Rancis, da cui l’attuale Rance presente nei vocaboli Madonna del Rancio, Pian di Rance e Pian di Rancio, il vocabolo dovrebbe originarsi dal personale latino Rancius rimasto in forma primitiva. Tuttavia avendo riscontrato a livello documentario la variante Arancis, attestata nel secolo XII, credo si debba porre in essere il legame del personale latino con l’etrusco Arranthia o Aranthia da cui il primo pare essersi originato. Si tratta dunque di un’origine antica del nome di luogo che, a livello archeologico, trova conferma nei numerosi rinvenimenti di frammenti di ceramica, ascrivibile all’epoca romana se non a quella precedente, avutisi nella zona. Allo stesso tempo non va sottaciuta l’attestazione del termine vicus a designare il nucleo abitato nel secolo XI. Questo, se pur ascrivibile ad un attardarsi della terminologia in uso in area perugina su termini che ormai avevano perso gran parte della loro valenza originaria, tende comunque a mostrare l’antichità dell’insediamento, almeno a livello indicativo.

Rancio
CHIESA DI SANTA MARIA DI RANCIO
 
 
 
 
 
 
 
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