In merito alla questione relativa alla discesa di Enrico VII nel 1312 si veda Archivio di Stato di Perugia, Consigli e riformanze, 15, cc. 102v-103r. G. Campano, Trasimeno felice. Trasimeni descriptio seu de felicitate Trasimeni, Testo e traduzione di C. Conti, introduzione e note E. Pianta, Foligno 1992; A. Fabretti, Documenti di storia perugina, II, Torino 1892; A. Grohmann, Città e territorio tra medioevo ed età moderna (Perugia, secc. XIII-XVI), II, Perugia 1981; S. Pieri, Toponomastica della Valle dell’Arno, Ristampa dell’edizione di Roma del 1919, Sala Bolognese 1983; G. Riganelli, Religione e strutture religiose in area magionese dall’antichità ai primi secoli dell’età moderna, in Magione: venti secoli di storia, cultura, ritratti e spiritualità, Magione 2001, pp. 1-177; G. Riganelli, Signora del Lago signora del Chiugi. Perugia e il Trasimeno in epoca comunale (Prima metà sec. XII-metà sec. XIV), Perugia 2002. |
Monte del Lago
Sicuramente uno dei più bei borghi che si affacciano sul Trasimeno, Monte del Lago conserva un fascino tutto particolare e, nei tramonti estivi, offre ai visitatori panorami e colori da mozzare il fiato. Nei secoli dell’alto medioevo, probabilmente fino al X, questa zona doveva far parte del territorio di una pieve dedicata a S. Giovenale che, all’indomani del Mille, risulta già scomparsa. Questa struttura doveva trovarsi nella zona dove ancora insiste il vocabolo S. Giovinale (sic). Su quest’area, a partire dal secolo XI, estese la sua giurisdizione la chiesa plebana di S. Maria di Campiano. All’inizio del secolo XI, presso Monte del Lago detenevano beni Marco figlio di Decio e sua moglie Aza che, nel 1033, li donarono al monastero di S. Maria di Farfa insieme ad altri beni degli stessi e di tal Grifone sparsi nel territorio di Perugia. Nel secolo XIII, a quanto sembra, l’insediamento di Monte del Lago doveva essere sprovvisto di mura di cinta o, se le aveva, non erano più efficienti. Sta di fatto che il 5 settembre 1312, in una seduta del governo della città di Perugia si stabilì di provvedere alla riparazione e alla custodia dei castelli di Castiglione del Lago, Monte del Lago – allora Mons Fontegianus – e degli altri fortilizi presenti nel contado. Ciò si rendeva necessario in quanto erano manifeste le intenzioni di Enrico VII di portare il guasto nel Chiugi Perugino – l’area tra il Trasimeno e le Chiane –, nonchè di attaccare Castiglione del Lago e gli altri castelli attorno al Trasimeno. In ragione di tali intenzioni si stabiliva di munire i detti fortilizi a spese della città. I camerari delle singole arti dovevano provvedere al pagamento degli stipendi dei militari di stanza nei fortilizi che ammontavano a 8 soldi di denari giornalieri per ciascuno di essi, per 10 giorni. Da questo periodo in avanti l’insediamento è sempre indicato come castello. Questo, intorno alla metà del secolo XV, è descritto da Giannantonio Campano che, evidenziando alcune sue caratteristiche – la strada principale molto ampia, il suo essere interamente lastricato, il trovarsi a ridosso del lago ed altre ancora –, ne mette in risalto la bellezza e la pulizia. Il fortilizio era dotato di potenzialità difensive notevoli e questo dato non dovette certo sfuggire a quei ribelli del comune di Perugia che, a più riprese, tentarono di conquistarlo nei secoli XIV e XV. Nella comunità locale, nel 1282, si censirono 58 fuochi, per una popolazione ipotetica che si aggirava sui 300 abitanti che, nel 1410, salì a 331 unità. Durante la dominazione pontificia di Perugia questo insediamento divenne «sede della Camera Apostolica», per quanto concerneva l’amministrazione di quella notevole risorsa economica costituita dal Trasimeno. La scelta del luogo quale sede amministrativa del Trasimeno non fu certo casuale; alle caratteristiche strategiche presentate dall’insediamento, tra cui in relazione all’attività piscatoria spicca la possibilità di avere sotto controllo gran parte del bacino lacustre, vi era anche l’ulteriore elemento da ricondurre al fatto che la pesca costituiva il fattore principale dell’economia di quest’area come anche la caccia agli uccelli acquatici. L’agricoltura, pure praticata sulle ristrette pianure rivierasche a sud e a nord dell’abitato e in parte sui fianchi dei colli circostanti, doveva in questo caso essere un fattore economico di secondo piano. Per quanto concerne l’origine del nome di luogo originario, Mons Fontegianus, è evidente la derivazione da monte nonché dal prediale Fontegianus, Fontigianus, Funteianus che deve ricondursi al personale latino Fonteius. Già negli ultimi secoli del medioevo l’insediamento era indicato semplicemente come «Monte» e in seguito, in piena epoca moderna, ha subito un’ulteriore trasformazione: a «Fonteggiano», la forma italianizzata di Fontegianus, si è sostituito «del Lago» ad indicare la sua ubicazione sulle rive del Trasimeno. |
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