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Domenica 19 settembre 2010










































































La Società Operaia di Magione ricorda Guido Pompilj, il deputato che "salvò il Trasimeno".

Domenica 19 settembre alle 17 presso la sala Carpine del palazzo della Società operaia di Magione si terrà la conferenza sul tema "Cento anni fa: Guido Pompilj, le Società operaie e il mutuo soccorso” con interventi di Sandro Tiberini, presidente Società Operaia di Mutuo Soccorso di Magione; Michele Chierico, storico; Francesco Girolmoni, responsabile biblioteca "Vittoria Aganoor”; Franco Bozzi, storico; Massimo Alunni Proietti, sindaco di Magione. La conferenza rientra nelle iniziative promosse dall’Assessorato alla Cultura di Magione in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte del deputato Guido Pompilj e di sua moglie, la poetessa armena Vittoria Aganoor. La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Magione venne fondata il 26 agosto 1888. Guido Pompilj e Vittoria Aganoor contribuirono all’innalzamento dell’edificio con una donazione fatta nel 1910, anno della loro morte. Il sodalizio ebbe il riconoscimento della personalità giuridica il 2 giugno 1890, data a cui risale il primo statuto legalmente approvato e che segna l'inizio del regolare funzionamento della Società. L'attività mutualistica della Società, che aveva come fondamentale scopo l'affratellarsi umanitariamente per soccorrersi nelle malattie ed altre calamità della vita, col inoltre correggere i difetti radicali del paese", si esplicava attraverso l'erogazione di sussidi ordinari e straordinari ai soci, nel dare impulso a tutte le attività di cooperazione e previdenza sociale, nel procurare e facilitare lo sviluppo intellettuale e l'educazione della classe operaia. Guido Pompilj il 27 luglio del 1890, in occasione dell’inaugurazione della bandiera della Società Operaia affermò: «La fratellanza nel mutuo soccorso, è la vera forma, la espressione più schietta, umana, pacifica, progressiva della democrazia moderna»

Guido Pompilj (1854-1910, politico)
Considerato "il salvatore del Trasimeno" grazie al suo impegno per una bonifica del lago che ne riducesse il pericolo di esondazioni e malaria, senza arrivare - come da molti auspicato - ad un suo prosciugamento, Guido Pompilj è uno dei più importanti uomini politici del suo tempo. Nato a Monte del Lago di Magione il 18 marzo 1854 da Giuseppe, ricco proprietario terriero e infaticabile cospiratore contro lo Stato Pontificio, e Giuseppa Becherucci, nobildonna toscana. Crebbe col fratello minore Riccardo presso la Rocca di famiglia, orfano del padre e senza madre, trasferitasi a Portici (NA) con il nuovo marito. Nel 1875 Guido dette alle stampe il suo primo libro, la traduzione di un’opera tedesca di economia politica. Il Ministro Luzzatti lo chiamò quindi presso di sé al Giornale degli Economisti. Pompilj pubblicò molte opere letterarie e molte riflessioni e discorsi politici, vista l’impressionante carriera intrapresa iniziando dal Consiglio Comunale di magione nel 1878, affiancando il barone Danzetta, che poi surrogò nel Consiglio provinciale dell’Umbria. Fu deputato del primo Collegio di Perugia, sottosegretario di Stato al Ministero delle Finanze, al Ministero degli Affari esteri e per due volte eletto plenipotenziario all’Aja per il Congresso della Pace, nel 1899 e nel 1907. La sua figura rimane legata al salvataggio del lago Trasimeno dal progetto di prosciugamento attraverso il Consorzio di Bonifica del Trasimeno nato nel 1875. Non solo con la costruzione dell’emissario di San Savino riuscì a controllare il livello delle acque del Trasimeno ma "si preoccupò di commissionare la produzione di una sorta di iconografia del Trasimeno, non limitandosi quindi nella salvaguardia fisica del lago, ma aggiungendo a questa una serie di fotografie che ne avrebbero veicolato l’immagine affidata ad esposizioni e cartoline postali agendo sull’immaginario collettivo dell’epoca e producendo le premesse per quel sentimento turistico che sarebbe poi divenuto la base per lo sviluppo economico di questo settore nell’area lacustre”. Per far ciò si affidò, senza badare a spese, alla più nota famiglia di fotografi fiorentini, i fratelli Alinari. Nel 1910, sconvolto per la tragica scomparsa della moglie, la poetessa armena Vittoria Aganoor, si uccise poche ore dopo il suo decesso. All’atto della separazione dei beni di famiglia col fratello Riccardo, Guido ottenne parecchie tenute, quelle a vocazione maggiormente residenziale che agricola: ricchi poderi, ma soprattutto il maniero di Zocco, la casa padronale di Monte del Lago, oltre a casette, orti, fornaci, ed una rata del molino ad olio di famiglia. Una cospicua tenuta, con molte proprietà prospicienti il lago, cosa di non poca influenza nella sua crociata. Pompilj volle contrassegnare questi suoi beni con il beneaugurale motto Ut leo, un leone rosso rampante, col quale intendeva identificarsi.
Notizie tratte da "Un’Èlite all’opera" di Michele Chierico, Era Nuova edizioni.

 


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