LA COSTITUZIONE SI È MOSSA
Storia e storie attraverso gli anni Sessanta
Magione (PG) - Torre dei Lambardi, 2 giugno – 3 ottobre 2021
È sullʼidea di costruire un intreccio tra la documentazione eterogenea conservata nei nostri Istituti e la storia recente del nostro Paese che nasce questo progetto di mostra. Ci siamo proposti infatti di partire dalla nostra Costituzione per raccontare come ci si è mossi (politica, cittadine e cittadini, Istituzioni, movimenti, associazionismo, etc) per cercare di applicare quei principi che in essa sono espressi.
Dagli avvenimenti del 1960 si dipana un filo rosso che collega molti eventi del decennio, fino al varo, nel 1970, dello Statuto dei diritti dei lavoratori, con cui si chiude la mostra. Tale filo e dato dalla difesa e dalla promozione della Costituzione. In questo senso, non fu certo un caso che, durante il V congresso di Milano della CGIL (aprile 1960), la platea dei delegati voto per lʼinserimento, nellʼarticolo 1 dello Statuto confederale, di un comma che richiamava esplicitamente la nostra Legge fondamentale. Cosi come nel 1970, a chiusura di un decennio che aveva cambiato il volto dellʼItalia non fu scelta a caso lʼimmagine che accompagno in modo ricorrente le mobilitazioni per il varo della legge 300, quella di una Costituzione che varcava finalmente i cancelli delle fabbriche (dal "Nelle fabbriche ci sfruttano. Nelle piazze ci sparano” del 1960 a "La Costituzione entra in fabbrica” di dieci anni dopo).
Le direttrici cardine sulle quali costruire questo racconto saranno il lavoro, lʼaccesso allʼistruzione, i diritti civili, la società internazionale aperta, lʼidea di Europa attraverso il lungo decennio degli anni Sessanta.
Unʼanalisi obiettiva degli anni Sessanta deve considerare sia le ombre sia le luci di una stagione comunque complessa. Tra le ombre non si possono dimenticare lʼemigrazione di massa, che vide lo spostamento di milioni di italiani dalle campagne e dalle regioni più povere del Sud verso le aree più industrializzate e urbanizzate del Nord e il netto peggioramento delle condizioni di lavoro nelle fabbriche, dove lʼapplicazione diffusa di metodi scientifici di produzione rese più nocivo lʼambiente di lavoro e insopportabili i ritmi ripetitivi e i carichi pesanti, soprattutto per i lavoratori dequalificati. Accanto alle ombre, tuttavia, le luci non mancarono, alcune delle quali particolarmente brillanti: tra queste, su tutte, vi fu lʼavvio della costruzione del Welfare State, lo Stato sociale, che proprio sul finire del decennio venne finalmente impiantato anche nel nostro Paese grazie al primo pilastro, quello previdenziale.
Intendiamo quindi valorizzare alcuni momenti e contesti nei quali appare chiaro il disegno di mantenere lʼunità della nazione su una prospettiva di cambiamento, di apertura democratica alle forze popolari, di riformismo, descrivendo le forze che si sono mosse per un cambiamento partendo dalla scuola, dalla letteratura, dai mezzi dʼinformazione e comunicazione, dalla nuova consapevolezza delle donne e del loro ruolo, leggendo tutto ciò anche attraverso la cultura popolare, il cinema e la musica.
Descriveremo al contempo anche le fratture che crearono un restringimento dello spazio democratico che si stava ampliando, le resistenze che si opposero a una prospettiva riformatrice, come la vicenda del governo Tambroni del marzo-luglio 1960. Fratture in parte superate ma che lasciarono non di meno tracce rinvenibili nel corso difficile e stentato del centrosinistra. Sulla medesima prospettiva abbiamo preso in considerazione alcune aperture di politica internazionale che indicano una proiezione dellʼItalia in difesa della pace e della collaborazione dei popoli allʼinterno del quadro delle alleanze scaturite dalla seconda guerra mondiale, quali la visita di Moro a Berlino (giugno 1966) e lʼincontro con il socialdemocratico Willi Brandt, allora sindaco di Berlino, il lavoro per il riconoscimento internazionale della Repubblica popolare cinese, l’impulso alla cooperazione europea.
Il percorso sarà accompagnato da una cronologia che prenderà avvio dal 1946 e accompagnerà il visitatore fino alla metà degli anni Settanta.
Non potendo ignorare la situazione eccezionale che coinvolge il nostro Paese e non solo, nella costruzione del percorso della mostra sarà prevista la possibilità di utilizzare i propri device per accedere a contenuti audio e video più ampi attraverso qrcode.