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11 aprile 2014, ore 21
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Torna a Magione l’antica tradizione de "Il Segavecchia”

Venerdì 11 aprile, alle ore 21, presso il Teatro Mengoni spettacolo teatrale "Il Segavecchia” antica tradizione magionese simbolo del rinnovamento legato alla rinascita della natura. L’iniziativa è realizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Magione e dall’Associazione turistica Pro-Magione.

«Si svolge a metà Quaresima, cioè nel momento in cui l’inverno lascia spazio alla primavera – spiega Paola Pagana autrice del testo Segavecchia e carnevale a Magione nel XX Secolo -, e sottolinea la fine di una fase e l’inizio di una nuova. Esso può essere concepito dunque come un rito di eliminazione e purificazione attraverso il quale favorire l’avvento della nuova stagione».

Al centro dell’attenzione c’è una grande quercia, molto vecchia, da abbattere. Ragione per cui i personaggi sono legati all’ambiente boschereccio ed alle attività che in esso possono svolgersi. Protagonista, assieme alla vecchia,interpretata da Michele Betti, è il padrone del bosco, Ernesto Alunni Boldrini, che cerca manodopera per il lavoro di abbattimento della quercia.Uno dopo l’altro entrano in scena i due segantini, Mario Boldrini e Francesco Monteforti, che, accordatisi con il proprietario, cominciano a colpire ai piedi laquercia-vecchiafino ad abbatterla.

Il vecchio, Simone Panico, entra in scena disperato per il fatto di non ritrovare la propria sposa con il figlio, Renato Mencarelli. Quando riconosce la stessa nella quercia stesa al suolo comincia a lamentarsi; successivamente si reca, cavalcando in malo modo un asino, Mario Bovaio, a chiamare il dottore, Carlo Chiappini. Questi, costatato lo stato della vecchia, preso atto delle varie ferite diffuse su tutto il corpo, manda a chiamare il carabiniere. Il maresciallo, Moreno Marchesini, giunge sul posto accompagnato da un carabiniere, Alberto Chiappini, ed interroga i presenti. La vecchia, che nel frattempo è peggiorata, necessita di ben altra attenzione. Il prete, Claudio Pericoli, chiamato, entra in scena insieme al sacrestano, Luciano Rubini, per confortare l’inferma con l’estrema unzione. La vecchia è sul punto di morire ma, quando tutti sono pronti a piangere la sua fine, lei, improvvisamente, si alza in piedi e comincia a ballare allegramente assieme al vecchio ed agli altri protagonisti dello spettacolo.Al suono della fisarmonica,Dino Berioli, finita la rappresentazione, tutti gli "attori” cantano in coro per esprimere il proprio ringraziamento al padrone di casa ed a tutti coloro che hanno assistito allo spettacolo. Nel frattempo, il reggitore del canestro, Vittorio Magnoni, raccoglie le varie "offerte”. A Magione, la vecchia, risuscitata, viene portata via dal diavolo, Lucio Bacocchi.

«Nel corso del tempo – conclude Paola Pagani nella sua scheda di presentazione della rappresentazione sul sito magionecultura.it - il significato simbolico è andato scomparendo per lasciare spazio al puro divertimento».



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