personaggi storici

Giuseppe Danzetta Alfani, Vita di Bartolomeo Borghie notizie sul Lago Trasimeno e suo circondario, Perugia 1882.


Monte del Lago
BORGHI BARTOLOMEO
Nato a Monte del Lago il 5 settembre 1750, l’abate Bartolomeo Borghi è stato uno dei migliori matematici e geografi d’Europa. Dopo aver frequentato il seminario d’Arezzo, venne ordinato sacerdote a Perugia nel 1774. Fu dapprima cappellano a Monte del Lago fino al 1780, poi rettore della chiesa parrocchiale di Magione fino al 1787. Di idee illuministe, dotato di forte personalità, fu spesso in disaccordo con le alte sfere ecclesiastiche. Era semplice nei modi e nel fare, elegante, arguto e pungente nel dire, fermo e incrollabile nei principi, di elevato ingegno e di cultura storico-geografica profonda. Dal 31 gennaio 1787 ricoprì l’incarico di arciprete della pieve di S. Andrea di Sorbello nella diocesi di Città di Castello. Anche nella nuova parrocchia il Borghi non trovò né quiete né tranquillità poiché i Sorbello, conservatori convinti e prepotenti nei modi, mal sopportavano le sue idee liberali. Dal 1809, con l’insediamento del Governo napoleonico, si assentò dalla sua parrocchia, senza alcun permesso dei suoi superiori, sino al 1814, anno della Restaurazione pontificia. Dal Governo francese venne destinato a compiti di censimento e occupato in molte aziende per le sue note qualità di perito geometra. Quando, caduto il Governo francese, tornò presso la sua parrocchia, credendo di riprendere il lavoro pastorale, fu chiamato a rendere conto dell’abbandono immotivato e, colpa ancor più grave, del contegno politico tenuto. Arrestato e portato a Perugia, venne recluso nel Forte Paolino. Condotto poi a Roma, subì un processo e una condanna a sette anni di prigione; la pena fu poi commutata in perpetuo esilio grazie all’intercessione del Granduca Ferdinando di Toscana. Bartolomeo Borghi dimorò a Firenze sino al 4 maggio 1821 giorno della sua morte, vivendo gli ultimi anni in povertà.
Uomo di profonda cultura ed ingegno, fu autore di numerose pubblicazioni di geografia generale, storica e di critica geografica. Delineò la maggior parte delle carte geografiche che costituiscono l’Atlante pubblicato a Siena da Carlo Pazzini, la Carta geografica della Toscana pubblicata a Venezia nel 1783, così come le carte dei territori di Cortona e di Perugia.
L’opera che maggiormente lo impegnò in termini di studio e di tempo fu l’Atlante generale pubblicato nel 1819 a Firenze, durante il periodo del suo esilio. Vero e proprio vanto della scienza geografica italiana con un numero complessivo di 156 carte, corredate da informazioni storiche, politiche e naturalistiche, la grande opera del Borghi sostituì in definitiva il pur pregevole Atlante del Le Sage. Bartolomeo Borghi si dedicò anche allo studio della geografia storica, come testimonia il suo sapiente trattato sull’antica geografia dell’Etruria, dell’Umbria e del Piceno. Questa collaborazione con l’Accademia Etrusca cortonese risale all’epoca in cui il Borghi, poco più che trentenne, era parroco di Magione. In questo periodo egli ricevette alcune commissioni di notevole interesse scientifico ed economico dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo. Tra queste vanno ricordate la carta del Catasto pubblico cortonese, quella del contado castiglionese e gli studi per l’impiego delle acque come forza motrice per l’irrigazione nella Val di Chiana. Rimanendo nell’ambito della geografia storica, tra i lavori di maggior pregio di Bartolomeo Borghi va senz’altro annoverata la Carta geografica degli itinerari dei veneziani fratelli Polo, inserita nell’edizione de Il Milione di Marco Polo, illustrata e commentata dal cortonese Giovanni Battista Baldelli. L’opera fu pubblicata a Firenze nel 1827 quando il Borghi era già morto.
Nel campo della critica geografica è doveroso citare la lettera, stampata a Siena nel 1788 e inviata all’avvocato Ludovico Coltellini, riguardante la carta geografica pubblicata da Antonio Zatta e figli dal titolo Parte dell’Impero Ottomano che confina con lo Stato austriaco e veneto. Bartolomeo Borghi ebbe anche modo di collaborare alla pubblicazione del periodico fiorentino Novelle letterarie della seconda metà del Settecento, con alcune riflessioni in cui rivelò tutta la sua vasta conoscenza delle discipline geografiche.
Tra le opere del geografo di Monte del Lago non potevano certo mancare i resoconti dei suoi studi sul Lago Trasimeno. Il primo di questi suoi lavori è rappresentato dal manoscritto del 1777 intitolato Notizie appartenenti alla Storia Naturale del Lago Trasimeno oggi detto di Perugia. Conservato presso la biblioteca comunale di Magione, è stato dato alle stampe solamente nel 2007. Questo studio riveste una particolare importanza in quanto è il primo a prendere in esame il Lago Trasimeno delineandone, con un certo rigore scientifico, l’aspetto geografico, fisico e naturalistico. L’opera Descrizione geografica, fisica e naturale del lago Trasimeno, comunemente detto il Lago di Perugia è stata invece pubblicata postuma nel 1821 e ristampata da Giuseppe Danzetta Alfani nel 1882. Il contenuto di questo secondo lavoro è, in gran parte, da riferire alla fine del Settecento. Numerosi altri scritti attribuiti a Bartolomeo Borghi sono purtroppo andati perduti.


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